Da piccolo mio padre mi attaccava all’orecchio una grande conchiglia e mi diceva di ascoltare la voce del mare.
Era l’unico momento in cui stavo zitto e ci rimanevo per un bel po’.
La voce. Crescendo ho scoperto che ogni uomo, animale e oggetto ha una voce, unica e diversa.
A quattro anni, quando è nata mia sorella, sono diventato balbuziente e questo mi ha creato un gran disagio.
A scuola la maestra, per farmelo superare, mi faceva recitare parti lunghissime, almeno a me sembrava così, al saggio di fine anno. In seconda elementare, mentre ripetevo una filastrocca, mi sono inceppato alla terza parola e non riuscivo ad andare avanti. La platea di genitori iniziava a preoccuparsi, il retro palco degli alunni a ridere. I miei genitori soffrivano per me. Mia sorella non lo so.
La maestra mi sorrise e mi allungò un microfono. Volevo sotterrarmi.
Come ci aveva pensato? Ero bloccato e pensavo che quello, fra i tanti, sarebbe stato il giorno più brutto della mia vita.
Lo fissavo e non mi usciva nessun suono, passavano i secondi e mi tremavano le mani. Come era pesante quel microfono!
Poi ho sentito un tic nel cervello. Qualcosa si era sbloccato.
Ho iniziato a parlare fluentemente e da allora, se ho un microfono avanti a me, non balbetto più, neanche un po’
La voce. Quasi non ce ne curiamo più, tanto ci stiamo abituando a comunicare e a relazionarci utilizzando le diverse tecnologie oggi a disposizione. Affidiamo l’interazione con l’altro a messaggi veloci, simboli e faccine, senza chiederci se siano realmente in grado di trasferire il nostro pensiero, i nostri stati d’animo, le nostre intenzioni. Eppure la nostra voce è unica e ci rappresenta, parla di noi, ci rende simpatici, antipatici, amabili, odiosi, sensuali, distaccati, autoritari, remissivi. Ci fa sognare e, perché no? Innamorare!
La voce è memoria di emozioni, sensazioni, momenti, immagini. In grado di custodire alcuni dei nostri ricordi più cari, è la colonna sonora della nostra vita. La voce è in assoluto il primo contatto con il mondo esterno; è il suono che ci fa compagnia e ci culla nel silenzio dell’utero e che impariamo a conoscere e a riconoscere una volta venuti al mondo.
E’ il più potente mezzo di comunicazione a nostra disposizione, capace di infinite tonalità che fanno la differenza nella percezione di un messaggio e di chi lo interpreta, enfatizzando o sminuendo qualsiasi intenzionalità. Chi di noi può asserire con assoluta certezza di non modulare il proprio tono di voce secondo l’interlocutore che ha di fronte? È un lavoro inconscio, ma molto complesso, che coinvolge la mente e il corpo e che ci fa impostare la tonalità vocale secondo l’idea di noi che in quel momento vogliamo trasmettere: è una piccola e personalissima azione di marketing quotidiano (che a me riesce solo se ho un microfono).
Attraverso la voce comunichiamo noi stessi e la nostra storia, la nostra unicità e diversità. Ogni voce è unica e diversa.
Ogni uomo è unico e diverso, raro e prezioso, proprio come la sua voce.
Anffas Macerata ringrazia tutti i testimonial, attrici e attori, che prestano la loro voce, la loro immagine e il loro tempo per collaborare agli eventi e ai nuovi programmi che ogni anno nascono e crescono in questa Onlus.